Venerdì 10 giugno 2022 alle ore 17 l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Rimini ha organizzato un incontro con le Organizzazioni sindacali della provincia di Rimini sul tema della carenza di infermieristica.
La salute e la sicurezza dei cittadini, unitamente alla salvaguardia del SSR pubblico rappresentano i punti cardine sui quali sarà costruito il confronto.
La professione infermieristica, duramente provata dalla pandemia, vive un momento di difficoltà che i più sembrano non voler percepire nella sua entità e complessità. Nonostante le recenti assunzioni a livello nazionale, il numero di infermieri e personale non dirigente del SSN è ancora ampiamente inferiore a quello di 10 anni fa.
Gli studi scientifici definiscono quale sia il rapporto ottimale tra numero di infermieri e numero di pazienti. Nelle unità di degenza ordinarie questo rapporto è di 1:6, ogni volta che si aumenta un paziente per ogni infermiere (rapporto 1:7) si incrementa la mortalità del 7% (studio RN4CAST 2016). La tutela della salute dei cittadini si realizza principalmente con la presenza di un numero adeguato di professionisti sanitari che siano formati, competenti, valorizzati e sostenuti da chi si occupa di programmazione sanitaria.
L’infermiere nel rispetto del proprio codice deontologico ha il dovere di “promuovere le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita” che sono prevalenti rispetto a qualsiasi logica di tipo economico. In questo contesto s’inserisce l’incontro che ha visto l’adesione delle sigle sindacali con le quali si discuterà anche della rimodulazione delle attività dei Pronto soccorso della provincia di Rimini.
Una situazione annunciata da anni e che negli ultimi mesi si è manifestata in tutta la sua severità. Qualunque rimodulazione delle attività, benchè indispensabile, si rifletterà inevitabilmente sull’attività di triage, sulle tempistiche e sulle modalità di gestione dei pazienti in attesa di visita medica o in trattamento.
Questi cruciali processi sono sostenuti e garantiti dalla presenza dell’infermiere specialista al quale va fornito il sostegno da parte della cittadinanza e delle istituzioni locali nonché la tangibile valorizzazione da parte dell’organizzazione sanitaria. È di oggi la notizia che l’Azienda USL della Romagna sarebbe intenzionata a non riconoscere più agli infermieri del pronto soccorso e del 118 l’indennità pari a € 5,16 lorde a turno prevista contrattualmente per il personale che presta assistenza ai pazienti Covid